giovedì 23 febbraio 2012

Kawamura: "Quale massacro del 37"?


(Pubblicato su Dazebao)

Lo aveva già detto lunedì e lo continua a ribadire tuttora: secondo Takashi Kawamura, sindaco della città giapponese di Nagoya gemellata con Nanchino, i massacri del 1937 avvenuti durante la guerra sino-nipponica non sarebbero niente più che un falso storico. L'affermazione rilasciata dal primo cittadino durante l'incontro con Liu Zhiwei, membro del Comitato Permanente del Partito comunista di Nanjing, ha colpito nel segno andando a dissotterrare i ricordi dell'evento che per decenni è stato causa di asti e rancori tra i due cugini asiatici.

“Probabilmente il massacro non è mai avvenuto” si è trattato “solo di atti convenzionali di combattimento” ha affermato Kawamura, negando le violenze perpetrate dall'esercito nipponico ai danni della polpolazione civile. 300mila morti: un genocidio di terribile efferatezza sul quale, con grande difficoltà, nel 1978 il Dragone era riuscito a chiudere un occhio dando via al gemellaggio tra le due città. Poi quella dichiarazione di troppo, inevitabile la reazione del governo cinese che per bocca del portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei, ha presentato formale protesta.

“Abbiamo già reso chiara la nostra posizione sulla negazione da parte del sindaco di Nagoya del massacro di Nanchino. E' stata già mandata una rappresentanza solenne alla parte giapponese” ha reso noto questa mattina Hong, sottolineando come Pechino stia continuando a vagliare attentamente la questione. Intanto la municipalità di Nanjing ha già detto la sua pubblicando sul proprio account ufficiale di Sina Weibo un post di fuoco: “I fatti storici del massacro di Nanchino sono stati dimostrati solidamente; l'affermazione di Kawamura e' estremamente irresponsabile. Ci auguriamo che il sindaco possa ammettere la storicita' degli eventi e trarre lezione dal passato". Congelamento delle relazioni e fine del gemellaggio, almeno per ora.

Ma il Dragone ai rapporti di buon vicinato ci tiene -specie dopo il rinnovato dinamismo Usa nel Pacifico- e anche parecchio. Nel 2012 ricorrono i festeggiamenti per il 40esimo anniversario della normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi e Hong Lei non ha mancato di ricordarlo, sottolineando la necessità di migliorare i rapporti bilaterali alla luce dei principi esposti nei quattro documenti politici sino-giapponesi e di agire nell'interesse di entrambi i popoli, imparando da quanto ci viene insegnato dalla "maestra per eccellenza": la storia.

Intanto ad evitare l'incidente diplomatico ci ha pensato il segretario di Gabinetto, Osama Fujimura, il quale mercoledì ha cercato di rilassare i toni: “il governo giapponese ritiene che lo Stato non debba interferire e che la questione vada risolta tra le due città”-senza tuttavia rinnegare le posizione sostenuta da Kawamura- “è impossibile che si siano verificate uccisioni di civili disarmati , saccheggi e atti simili”. Decisamente meno permissivo, il governatore della prefettura di Aichi, Hideaki Omura, il quale ha invitato il primo cittadino di Nagoya a ritirare immediatamente quanto detto prima che esploda un caso diplomatico.

Ma se tra le “maestranze” della diplomazia continua, tutto sommato, a prevalere il buon senso, lo sdegno del popolo cinese non si pone freni inibitori, mentre commenti al vetriolo impazzano sulla blogosfera. E la carta stampata non è da meno. Il People's Daily, megafono del Partito comunista cinese, ha concesso ampio spazio alla notizia pubblicando ben tre pezzi solo nella giornata di oggi. “Non soltanto un'affermazione sconsiderata" quella di Kawamura, "ma anche segno di grande ignoranza” ha commentato un lettore in chiusura ad uno degli articoli, appellandosi ancora una volta a lei: la storia.


E poi e’ stata la volta del Global Times, baluardo del nazionalismo cinese, che contro l’insolente Kawamura ha chiesto l’imposizione di severe sanzioni. “Dovra’ pagare per la sua arroganza”, scrive il quotidiano ufficiale del Pcc; e non solo lui ma tutta la citta’ di Nagoya che sembrerebbe aver avvallato con una certa accondiscendenza le posizioni del suo primo cittadino. Il Global si scatena: inserire il suo nome nella lista delle persone sgradite, impedendone l’ingresso in Cina; eliminare Nagoya dalle mete del turismo cinese, ridurre drasticamente gli interscambi economici con la citta’, sono alcuni dei castighi snocciolati dalla stampa di Partito. Troppo? Allora quanto meno “esigere pubbliche scuse se non le dimissioni.” continua ad abbaiare il Global Times.

Con tutta la comprensione possible per alcuni elementi della destra nipponica, ma Kawamura, data la sua carica ufficiale, ha veramente oltrepassato il limite. Un simile scivolone costerebbe caro a qualsiasi uomo politico in qualsivoglia parte del mondo. Cosa direbbero i giapponesi se un funzionario cinese accogliesse una delegazione di Nagasaki o Hiroshima applaudendo le bombe atomiche del ‘45?

Nel frattempo giovedi’ pomeriggio, un equipe di storici provenienti da ogni angolo del Regno di Mezzo è approdata a Nanchino per riconfermare cio’ che hanno tramandato sino ad oggi i libri: il massacro  del ‘37 è un dato di fatto e Kawamura dovrà ritirare le sue insinuazioni.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco sono stati i natali del sindaco di Nagoya: figlio di Ryuichi Kawamura, uno dei soldati della divisione 101 dell’Esercito imperiale, direttamente coinvolti nell’invasione della Cina e di stanza a Nanjing; in altre parole discendente diretto di uno degli “stupratori”. Dopo la resa del Sol Levante, “per gentile concessione cinese”, Kawamura senior continuò a vivere a Nanchino fino al 1946 per poi fare ritorno in Giappone, come si legge su Sina.com. Una storia che l’erede del reduce nipponico si è rigirato a proprio piacimento trasformandola nella prova scagionante. “Il trattamento amichevole ricevuto" dal padre a Nanjing testimonia che le crudeltà delle quali è stato accusato l’esercito giapponese non sono mai avvenute”.

Ma documenti e foto d’epoca sembrerebbero sbugiardare Kawamura, o almeno questo è ciò che pensano gli addetti ai lavori tra i quali Hung Sheng, professore della Nanjing Normal Unversity e Cui Wei, researcher presso l’Accademia di Scienze sociali del Jiangsu; due voci autorevoli che, seppur giocando in casa, hanno sempre il loro peso.

Secondo le ricostruzioni storiche- hanno spiegato i due, - soltanto la cavalleria della divisione 101 avrebbe raggiunto Nanchino al tempo del massacro, mentre la fanteria -alla quale probabilmente apperteneva papa’ Kawamura- sarebbe invece rimasta nel Zhejiang e a Shanghai. Insomma, la teoria del sindaco di Nagoya, oltre a cozzare contro ogni logica comune, fa anche acqua da tutte le parti.

Gli attriti tra i due nemici storici si sono riaccesi a due mesi dall’uscita nelle sale del nuovo colossal di Zhang Yimou, “The Flowers of War”, il film che, con grandi nomi del cinema internazionale e un budget stellare, ha pericolosamente riproiettato sul grande schermo proprio la brutale occupazione di Nanchino. Ma non solo. La prossima primavera, i “diavoli giapponesi”- termine doppiato per il pubblico straniero con un piu’ political correct “nemici”- saranno protagonisti anche di Wengu1942, pellicola firmata Feng Xiaogang: altro big del cinema d’oltre Muraglia, altro tragico stralcio della guerra sino-giapponese.

3 commenti:

  1. su questa faccenda penso che c'è sempre qualche imbecille in giro che non riesce a tenere la bocca chiusa. anche se fa il sindaco a nagoya. il che significa che qualcuno lo ha eletto? mammamia, ancora peggio...

    mi sembra però interessante notare un paio di cose:

    1) ignoranza storica e maleducazione a parte, è positivo che molti politici giapponesi non stiano dicendo che c'è stato effettivamente un massacro a nanchino nel '37 ma affermano che quel massacro non c'è mai stato. simile al negazionismo di alcuni storici europei, è come sostenere "noi quel male non l'abbiamo fatto" ma sempre meglio di "c'è stato un massacro ed è stato giusto così". gli americani non negano (e non possono negarlo) le bombe atomiche su hiroshima e nagasaki, ben più gravi del massacro di nanchino o dell'11 settembre...

    2) vero che (per quel che posso dirne io) non tutti i nanchinesi odiano i giapponesi. vero che ci sono testimonianze positive da parte di civili nanchinesi sul comportamento dei soldati giapponesi in occupazione da quelle parti settanta anni fa. io ne ho raccolta personalmente una da un dottorando cinese che mi parlava del nonno e degli anziani del suo villaggio non lontano da nanchino. lui non è certo un revisionista, ha anche la tessera del pcc.

    ultima cosa: il film di zhang yimou è basato su un romanzo. bella storia, peccato sia inventata. e comunque... puttane e suore sotto lo stesso tetto!? il vaticano avrebbe censurato! ;)

    complimenti per il blog. dan

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  2. Ciao Daniele,
    ti ringrazio per aver lasciato il commento: il blog vuole essere uno spunto di discussione anche se mi pare che pochi abbiano colto questo aspetto.

    comincio dalla 2)è ovvio che, come in tutte le cose, non si può generalizzare. Sicuramente non tutti i giapponesi negano i fatti del '37, né tutti i cinesi odiano i giapponesi. Personalmente però, per quanto ne so per sentito dire da amici cinesi, ancora oggi tra i due popoli non intercorrono esattamente rapporti idilliaci. Mai scorderò quando un amico di Pechino si rifiutò di venire a cena fuori dopo aver saputo che tra i commensali c'era un giapponese...roba che mi sarei aspettata 30 anni fa

    1)Certo è che nel caso di un Kawamura, dato il rango ricoperto e date le circostanze ufficiali in cui ha fatto quell'infelice affermazione, si tratta di una provocazione bella e buona. Non si è minimamente preoccupato delle ripercussioni che avrebbe potuto avere su tutto il Giappone...insomma qua ci vanno di mezzo rapporti diplomatici seri, in un momento in cui Pechino sta promuovendo le relazioni bilaterali col Giappone attraverso una campagna di marketing serratissima: ci sono pubblicità sul Giappone fin dentro la metro. Comunque tra il negare completamente la storia e il dire "c'è stato ed è giusto così" penso ci possa essere una terza via...del tipo "c'è stato e ci dispiace", alla fine non è certo l'unico genocidio della storia..non è certo giustificabile ma in guerra sono cose che accadono. Sicuramente "ha più senso" della persecuzione degli ebrei della Germania nazista. Gli americani non negano le bombe atomiche ma sicuramente non ne fanno nemmeno un motivo d'orgoglio, anzi. Nell'affermazione di Kawamura oltre che scarsa diplomaticità c'è una buona dose di arroganza.

    Ultimo punto...il riferimento a The Flowers of war l'ho messo più che altro perchè non capisco il senso di far uscire un film del genere (e ce ne saranno anche altri) in un momento in cui si sta facendo di tutto per rafforzare i rapporti sino-giapponesi (prendi gli scambi commerciali in yuan e yen, alleanza strategica per arginare l'avanzata Usa nel Pacifico ecc..)E' chiaro che la pellicola ha avuto successo perchè il Pcc ha permesso che ciò avvenisse, dato che come sappiamo la "cultura" è fortemente controllata dall'alto. Un bel rischio! I commenti dei cinesi all'uscita del cinema mostravano chiaramente un rinnovato rancore...il film non ha fatto altro che rigirare il coltello nella piaga(tra l'altro lo stesso Zhang Yimou era stato ben più generoso nei confronti dei "diavoli" quando girò "Mille miglia...lontano" ) Dunque mi chiedo perché The Flowers of war è stato messo in circolazione proprio ora?!In Cina dove tutto è pianificato e segue un modello nulla avviene per caso...

    Grazie per i complimenti, da un sinologo sono ancora più graditi!
    Ale

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  3. <> ...ma state scherzando? Kawamura non ha detto che i Giapponesi hanno fatto bene a massacrare i Cinesi a Nanchino...Ha solo detto che, secondo lui, il fatto è stato ingigantito dalla storia ufficiale...Io non sono come siano andati i fatti però quello che mi chiedo è questo: perchè non si può mai discutere su nulla e si deve prendere tutto per buono? Possibile che non ci si possa sedere a tavolino, valutare le prove, le testimonianza, le varie versioni, e ricostruire meglio la verità? La Storia è in continua evoluzione ma quando si toccano certi argomenti diventa un tabù...Si deve credere per legge...

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